Sentenza definitiva quella che condanna Berlusconi a uno dei risarcimenti più grandi della sua vita. Ecco cos’è successo: ora è confermato
I fatti per cui è stato condannato Silvio Berlusconi risalgono alla fine degli anni Novanta quando venne accusato di aver corrotto l’avvocato inglese David Mills con ben 600 mila dollari. Oggi le cose sono finalmente andate avanti: si parla di diffamazione.
Secondo l’accusa, Berlusconi avrebbe indotto Mills a testimoniare il falso in due procedimenti penali. Il primo era il processo All Iberian, per falso in bilancio e finanziamenti illeciti al Partito Socialista Italiano di Craxi. Il secondo era il processo ARCES su presunte tangenti a ufficiali della Finanza impegnati in verifiche fiscali presso quattro aziende di proprietà di Berlusconi.
Ecco come sono andate le cose per Mills, che ha ammesso di aver dichiarato il falso durante i processi contro Berlusconi e poi per Berlusconi stesso: oggi è arrivata la conferma.
Nel 2004, Mills in una lettera al proprio fiscalista ha ammesso di aver detto il falso durante quei processi, per far evitare guai a Berlusconi. Questo l’ha poi confessato ai giudici della Procura di Milano, ammettendo anche di aver ricevuto dei soldi dal politico. Mills è stato quindi condannato a 4 anni e 6 mesi nel 2009 sia in primo grado che in Appello per corruzione in atti giudiziari ma, il 25 febbraio 2010, la Corte di Cassazione ha annullato tutto poiché il reato è estinto per prescrizione.
Il processo per Berlusconi, il corruttore, è quindi iniziato nel marzo 2007 ma, dopo poco, è stato sospeso per ricominciare nel 2011. Durante una conferenza stampa in merito ai fatti, Berlusconi ha apertamente accusato i PM del processo Mills di “essersi rifiutati di fare la giusta rogatoria alle Bahamas“. Il leader di Forza Italia, quindi, li ha definiti “indegni” e disse che “con i soldi degli italiani tramano contro il premier nel pieno della campagna elettorale“.
Berlusconi, quindi, è stato accusato di diffamazione da Guido Robledo, pm proprio del caso Mills. Dopo la condanna, quindi, il leader di Forza Italia deve risarcire Robledo con 50 mila euro per danni di diffamazione. Come già stabilito dalla Corte di Appello di Brescia nel 2020, questa è stata confermata anche in Cassazione, che quindi ha rifiutato il ricorso di Berlusconi. La diffamazione riguardava sia Guido Robledo che il pm Fabio De Pasquale ma solo il primo intraprese l’azione giudiziaria: oggi, Berlusconi ha perso.
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