Perquisizioni a tappeto e denunce: la polizia ha individuato due promotori di un gruppo no-vax particolarmente attivo in Italia, responsabile di una serie di azioni illecite considerate particolarmente serie e gravi. Gli ultimi sviluppi
Erano arrivati addirittura a creare una serie di sfide per invitare gli adepti a ‘mettersi in gioco’ con azioni illegali, ad esempio posizionando adesivi oppure striscioni con il logo del loro gruppo su edifici istituzionali. Premiando l’azione considerata più eclatante in bitcoin. Ci sono voluti mesi di indagini serrate, per lo più informatiche, per individuare e denunciare coloro che sono considerati i promotori di “Guerrieri ViVi”, gruppo no-vax e no-green pass del quale si parlava già nel 2021 e tutt’ora, a quanto pare, attivo e operativo su alcuni territori italiani.
In questo caso la notizia della denuncia di due persone arriva dopo una serie di perquisizioni a tappeto, da parte della Polizia di Genova, delegate dalla Dda della locale Procura della Repubblica, in città quali Brescia, Matera e Verona; tre in tutto le persone coinvolte, due quelle denunciate con le accuse di associazione segreta ed istigazione all’interruzione di un servizio di pubblica necessità, dopo aver raccolto prove ed indizi sufficienti a stabilirlo. Contestualmente sono state avviate le operazioni di oscuramento di tutti i loro canali di comunicazione sul web.
Come emerso dalle indagini il gruppo avrebbe coordinato un’attività di “proselitismo e istigazione a delinquere” a cadenza quotidiana, prendendo di mira sia rappresentanti istituzionali che persone appartenenti all’ordine dei medici. Con commenti definiti “violenti” postati a ripetizione, tutti i giorni ed in maniera coordinata su numerosi profili social e scagliandosi in particolar modo contro chi esprimeva opinioni “a favore dei vaccini”. Ma non è tutto perché diversi loro ‘adepti’ avrebbero imbrattato, utilizzando vernice rossa, le sedi di diversi ospedali, Asl, ordini dei medici, scuole ed hub vaccinali, oltre che di sindacati e testate giornalistiche.
L’attività non si è interrotta con il venir meno delle restrizioni conseguenti alla pandemia di Covid ma è stata indirizzata verso altre tematiche, su tutte quelle relative all’utilizzo dei Pos per i pagamenti e ai sistemi di identità digitale, oltre che a 5G e cambiamenti climatici. Quello che non è cambiato è il modus operandi, che anzi si è fatto sempre più articolato arrivando anche ad attaccare apertamente con minacce talvolta pesanti. Il coordinamento delle attività avveniva in particolare su specifici gruppi Telegram sui quali venivano poi mostrati i risultati degli atti vandalici con immagini ad hoc. Vi erano poi le sfide con un “premio” in bitcoin per l’adepto che realizzava l’attacco più eclatante, vere e proprie gare per stimolarli a mettersi in gioco nelle azioni criminali.
Gli investigatori del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Genova hanno messo in atto una fitta serie di perquisizioni nelle abitazioni e nei luoghi di lavoro, in coordinamento con il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma ed insieme agli omologhi Uffici e alle Digos delle tre città coinvolte.
È stato inoltre perquisito un maneggio, luogo d’incontro del gruppo ubicato in evidenza di Brescia. L’azione ha consentito di acquisire ulteriori prove dell’operatività di “Gurrieri ViVi”, e sono state anche individuate sei armi da sparo, regolarmente denunciate, possedute dalle persone denunciate.
Articolo di Daniele Orlandi
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