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Un saluto… romano? | L’ironia su Instagram sui fascisti inconsapevoli

Il saluto romano è da decenni simbolo del fascismo e argomento di dibattito in ambito politico, su Instagram lo si prende con ironia.

Il saluto romano è comunemente collegato all’epoca fascista e si pensa che derivi da una prassi dei legionari romani. Tuttavia pare che all’epoca dell’antica Roma, i legionari salutassero i propri comandanti con un gesto in tutto e per tutto simile a quello dei militari di oggi e che questo braccio testo con il palmo rivolto verso l’alto e le dita chiuse in realtà non facesse parte delle tradizioni militari né delle tradizioni sociali di quella civiltà. Ma allora come si è diffuso?

Saluti romani durante la manifestazione (political24.it)

A rendere popolare il gesto è stato il poeta Gabriele D’Annunzio che dopo la conquista di Fiume celebrò la vittoria militare con questo gesto rivolto agli altri camerati. In seguito il saluto venne reso popolare dalla cinematografia fascista degli anni ’10 e ’20 dello scorso secolo, dunque si diffuse come usanza comune tra tutti gli appartenenti al partito fascista.

Appare chiaro che il saluto romano sia effettivamente un simbolo del fascismo e dunque oggi un chiaro gesto di appartenenza ad un gruppo di estema destra o di nostalgici del ventennio. Negli anni sono state emesse diverse condanne ai danni di chi si è macchiato di questo gesto simbolico in occasioni pubbliche, ma in realtà il saluto romano in sé non consiste in un reato e ciò che lo rende tale è proprio l’occasione pubblica in cui viene compiuto a renderlo illegale.

Insomma secondo le leggi vigenti è il contesto in cui viene fatto il saluto romano che rende questo gesto espressione di apologia del fascismo e dunque reato in base alla legge Scelba del 1952. In una successiva sentenza della Corte Costituzionale del 1958 è stato poi deliberato che non sempre fare il saluto romano consiste nella diffusione di concetti tesi alla ricostruzione del fascimo e dunque non sempre è da considerarsi reato.

Un saluto romano? L’ironia di Instagram sui fascisti incosapevoli è il giusto modo di stemperare

Ancora oggi l’utilizzo di questo gesto è al centro dei dibattiti, in particolar modo quando a rendersi protagonista del saluto è un esponente politico. L’ultimo caso è stato quello dell’assessore La Russa, il quale ha appena accennato il braccio teso nel corso di un funerale, generando un vespaio di polemiche. Colto in fragrante e salvato dal Consiglio – era stata chiesta la sua rimozione dal ruolo di assessore – il “colpevole” si è giustificato dicendo che l’ha fatto per rispetto dell’uomo di cui si stava celebrando il funerale, per rispettare la sua volontà, ma che non aveva alcun significato politico.

In questo caso c’era consapevolezza dei rischi e del significato del gesto, ma non sempre c’è e come abbiamo capito non sempre effettuare il saluto romano cela intenti di natura politica. Lo si può fare con intento ironico in contesti familiari o di amicizia, lo utilizzano i comici per la satira ed in generale, nella vita di tutti i giorni e fuori da contesti ufficiali, lo spirito giusto è proprio quello di prendere con ironia questo gesto.

Keanu Reeves nei panni di Neo in Matrix (political24.it / Instagram @fascistiinconsapevoli)

Di sicuro lo fanno i creatori della pagina Instagram ‘Fascisti inconsapevoli‘. In questa si trovano una serie di immagini che mostrano i personaggi più improbabili intenti a salutare qualcuno con una rigidità del braccio che potrebbe sembrare innaturale. Le immagini più divertenti sono quelle che ritraggono animali, in particolare l’ultimo post sulla scimmia è talmente simile da far pensare che qualcuno possa averla addirittura istruita.

Ci sono poi scene tratte da film e serie tv, immagini e posizioni che probabilmente a nessuno hanno richiamato in quel momento un parallelo, ma che inserite in questo contesto diventano esilaranti. Chi avrebbe mai pensato, infatti, che Neo in Matrix o “Elle” in Stranger Things stessero in realtà facendo incosapevolmente apologia del fascismo? O che Luke Skywalker durante l’addestramento in realtà non stava richiamando la forza ma omaggiando il camerata Yoda?

Articolo di Fabio Scapellato

Michele

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