Lontano dalla politica ufficialmente, José Luis Rodríguez Zapatero continua comunque a far parlare di sé anche se non più come presidente della Spagna.
Nei primi anni 2000 José Luis Rodríguez Zapatero è stato simbolo della sinistra oltre i confini nazionali. Era sembrato possibile insomma, grazie anche alla presidenza oltre manica del leader dei laburisti nel Regno Unito Tony Blair, che in Europa, caduti i pesanti e ingombranti modelli nel Novecento, fosse possibile una rivoluzione socialista con l’inizio del nuovo Millennio.
Proprio per questo, Zapatero non è stato solo il presidente della Spagna, ma il leader in pectore della sinistra europea, più un sogno, una speranza, che non una realtà, eppure i buoni propositi c’erano proprio tutti. L’ex segretario generale del Partito Socialista Operaio Spagnolo (PSOE), infatti, con i suoi due mandati nel 2004 e nel 2008 – fu costretto a dimettersi nel 2011 a causa della pesante crisi economica che aveva colpito il Paese – attuò tutta una serie di provvedimenti importanti e pioneristici, baluardo del socialismo e progressismo anche nel vecchio continente, in tutti i sensi.
In un mondo ancora intrinseco e pregno di bellicismo e indottrinamento cattolico (nel senso più fanatico e reazionario del termine), l’ex presidente spagnolo aveva deciso di sparigliare le carte con decisioni più che storiche che rompevano con la società e con la tradizione.
Zapatero oggi: che fine ha fatto l’ex Premier?
Tra le più importanti ricordiamo sicuramente la legalizzazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso in un paese ultracattolico, motivo di scontro questo tra Zapatero e tutta la Chiesa, all’epoca durante il pontificato di Benedetto XVI, le trattative con gruppo marxista-leninista indipendentista baso dell’ETA, il programma di regolarizzazione degli immigrati clandestini e, infine, il ritiro dell’esercito spagnolo dall’Iraq.
Insomma, è stato un personaggio politico importante che ha anticipato anche alcuni temi oggi cogenti nell’agenda politico-mediatica: uno fra tutti il cambiamento climatico. Ma come sta oggi che si è ritirato perlomeno ufficialmente dalla politica?
Presidente del Foro de la Contratación Socialmente Responsable dal 2016, Zapatero partecipa e tiene conferenze, ricoprendo il ruolo di mediatore nei conflitti internazionali, dimostrando anche il suo appoggio al rientro del Regno Unito nell’Unione Europea. Ma non solo. Non ha mai abbandonato del tutto il Partito Socialista Operaio Spagnolo, motivo per cui fa valere ancora oggi la sua voce da ex Premier anche con l’attuale presidente della spagna, il socialista Pedro Sanchez. Ma non solo. Si è interessato anche alle ultime tensioni in Catalogna tra il governo e i manifestanti nazionalisti.
Lo scorso dicembre, invece, Zapatero insieme a Yolanda Díaz, il secondo vicepresidente e ministro del Lavoro spagnolo, hanno partecipato a Buenos Aires a un atto di sostegno e solidarietà nei confronti della vicepresidente dell’Argentina Cristina Fernández. Secondo il Gruppo Puebla, che ha organizzato la manifestazione, la Fernández “è stata vittima di un processo politico orchestrato dalla destra con operatori della giustizia e dei media per eliminarla dal dibattito democratico”, pende sulla sua testa, infatti, una condanna a sei anni di carcere per corruzione.
Articolo di Karola Sicali