Novità importanti per quanto riguarda il temutissimo buco nell’ozono. La data a cui fare riferimento è il 2040: ecco cosa succederà
La crisi climatica è ormai qualcosa che conosciamo tutti, purtroppo. Se fino a qualche anno fa ne possedevamo solo la teoria, da qualche periodo a questa parte la tastiamo con mano: l’estate 2022, per esempio, ha raggiunto temperature che pochi di noi avevano mai vissuto.
Proprio per questo motivo, molti paesi stanno introducendo nuove norme, affinché l’impatto delle attività antropiche sul pianeta sia sempre minore e sempre più sostenibile. Una delle situazioni più emergenziali, ad esempio, è quella del buco dell’ozono, citato anche da Er Piotta nel suo dissacrante Supercafone: “Sarà ‘sto buco dell’ azoto” dice, ironizzando sulla drammatica situazione e sulla poca conoscenza che se ne ha.
Nelle ultime ore, però, dalla scienza è arrivata una buona notizia proprio in merito al buco dell’ozono: la data a cui fare riferimento è il 2040.
Secondo l’ONU, la perdita dello strato di ozono che ha esposto tutti ai dannosi raggi ultravioletti del sole sembra essere sulla buona strada per essere completamente recuperata. Secondo l’ONU, infatti, il buco in questo importante strato di atmosfera, un tempo pericolo ambientale temutissimo, entro il 2040 sarà del tutto chiuso in gran parte del mondo. Per quanto riguarda l’Artico si parla invece del 2045 e, in Antartide, avverrà entro il 2066.
Dopo una massiccia perdita di strato di ozono negli anni Ottanta, il protocollo di Montreal del 1989 ha contribuito a eliminare ben il 99% delle sostante chimiche responsabili di tale riduzione. L’accordo internazionale, infatti, ha bandito i solventi e i refrigeranti altamente inquinanti e oggi, finalmente, si può tirare un sospiro di sollievo.
“L’azione sull’ozono costituisce un precedente per l’azione per il clima” ha detto il segretario generale dell’Organizzazione meteorologica mondiale. Secondo lui, infatti, eliminare gradualmente le sostanze chimiche che consumano l’ozono mostra ciò che si deve e si può fare anche per quanto riguarda i combustibili fossili e i gas serra. Secondo quanto emerso, quindi, l’accordo internazionale di Montreal si potrebbe considerare il trattato ambientale di maggior successo nella storia: “Offre incoraggiamento affinché i Paesi del mondo possano riunirsi e decidere un risultato e agire di conseguenza“, afferma uno scienziato della National Oceanic and Atmospheric Administration.
Fondamentale quindi è l’azione umana che, sostenuta da decisioni prese dall’alto, può davvero cambiare le cose ed invertire la rotta. Due fattori si rivelano però essenziali: il tempismo e la reale volontà ad agire.
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