Non solo le indagini su Donald Trump riguardanti l’assalto a Capitol Hill. Anche i suoi più fidati collaboratori della campagna elettorale o del periodo amministrativo hanno problemi con la legge
Non sono ore facili per l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, al quale Sandra Garza, partner dell’agente Brian Sicknick morto il giorno dopo l’assalto a Capitol Hill per l’aggressione subita, ha deciso di fargli causa. La compagna del poliziotto ha chiesto a Trump e ad altre due persone coinvolte nell’attacco avvenuto due anni fa, un risarcimento di dieci milioni di dollari.
È solo l’ultima di una fitta serie di grane riguardanti il periodo dell’amministrazione di Donald Trump, ma che non riguardano solo lui, bensì anche gli uomini della ‘cerchia’ dell’ex presidente.
L’ex consigliere di Trump Steve Bannon, uno degli strateghi della sua campagna presidenziale, è stato condannato, come sottolineato da Reuters, a quattro mesi e ad una multa di 6500 dollari per oltraggio al Congresso, dopo essersi rifiutato di testimoniare e di fornire i documenti richiesti nell’ambito dell’indagine sull’assalto a Capitol Hill. La condanna nei confronti dello stratega della Casa Bianca è arrivata a ottobre da parte di un tribunale federale di Washington. Come precisato dal giudice Carlo Nichols la pena è stata sospesa. Inoltre è stato accusato anche di aver frodato i sostenitori che avevano donato soldi per la costruzione, al confine tra Stati Uniti e Messico, di un muro anti migranti.
C’è poi Roger Stone, amico e consigliere di lunga data di Trump, condannato per aver mentito sotto giuramento ai legislatori che indagavano sull’interferenza russa nelle elezioni statunitensi del 2016. Una giuria di Washington nel novembre 2019 ha condannato Stone per tutti e sette i capi d’accusa penali, per ostruzione di un’indagine del Congresso, e per cinque capi d’accusa per false dichiarazioni al Congresso e manomissione di un testimone. Avrebbe dovuto scontare una condanna di tre anni e quattro mesi ma Trump ha commutato la sua pena.
Paul Manafort, ex presidente della campagna elettorale di Trump, è stato dichiarato colpevole di frode fiscale e frode bancaria in un processo con giuria nell’agosto 2018. Un mese dopo, si è dichiarato colpevole di accuse di cospirazione relative a riciclaggio di denaro, violazioni di lobbying e manomissione di testimoni. È stato condannato a sette anni e mezzo di carcere e a maggio è stato rilasciato per terminare la pena a casa a causa della pandemia di Covid.
L’ex avvocato personale di Trump Michele Cohen sta scontando una pena detentiva di tre anni a casa a causa della pandemia di coronavirus. Si è dichiarato colpevole nell’agosto 2018 per crimini tra cui l’orchestrazione di pagamenti prima delle elezioni del 2016 a donne che avevano affermato di aver avuto incontri sessuali con Trump. Cohen, riporta Reuters, si è anche dichiarato colpevole nel novembre 2018 di aver mentito al Congresso sui negoziati riguardanti una proposta di Trump Tower a Mosca, progetto che non si è mai concretizzato. Il tenente generale dell’esercito in pensione Michael Flynn è stato consigliere per la sicurezza nazionale di Trump per meno di un mese nel 2017. Si è dichiarato colpevole per aver mentito all’FBI sulle sue interazioni con l’ambasciatore russo negli Stati Uniti prima che Trump entrasse in carica.
L’ex vicepresidente della campagna elettorale di Donald Trump Rick Gates si è dichiarato colpevole nel febbraio 2018 di cospirazione contro gli Stati Uniti e di aver mentito agli investigatori. È stato condannato nel dicembre 2019 a 45 giorni di carcere.
George Nader, consigliere informale dell’ex presidente in politica estera e testimone nell’indagine Mueller, è stato condannato a giugno a 10 anni di carcere da un giudice federale in Virginia. Si è dichiarato colpevole di possesso di materiale pedopornografico e di aver portato un ragazzo negli Stati Uniti per fare sesso. Infine George Papadopoulos, ex consigliere della campagna di Trump, è stato condannato nel settembre 2018 a 14 giorni di carcere dopo essersi dichiarato colpevole nell’ottobre 2017 per aver mentito all’FBI sui suoi contatti con funzionari russi.
Articolo di Daniele Orlandi
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