Situazione imbarazzante quella in cui si è trovato il Presidente del Sud Sudan. Le conseguenze son state amarissime: ecco cos’è successo
L’incontinenza urinaria è purtroppo una condizione che affligge molto persone, sia giovani che anziane. Tra le sue vittime c’è anche il Presidente del Sud Sudan: ecco cos’è successo.
Durante una cerimonia importante, il Presidente Salva Kiir è stato ripreso mentre ascoltava l’inno nazionale con la mano sul cuore e lo sguardo fiero. La stanchezza, l’età o qualche problema di salute gli hanno causato una pesante incontinenza urinaria, registrata dalle telecamere e vista da tutti. Le sue conseguenze, però, son state molto amare non per lui: sei giornalisti sono infatti finiti sotto una stretta indagine delle autorità per aver mostrato il Presidente in questa condizione.
La scena, di cui lo stesso Presidente si è accorto con chiarezza come mostra il video, è stata diffusa dai giornalisti presenti sulla scena. Ad accorgersi di questa incontinenza non è solo il Presidente stesso, ma anche tutte le autorità presenti nel momento della celebrazione: l’incontinenza, quindi, era impossibile da non vedere. I dipendenti della tv pubblica South Sudan Broadcasting Corporation, infatti, hanno ripreso e poi diffuso il video incriminato e, per questo, sono stati arrestati martedì da alcuni agenti del Servizio di sicurezza nazionale. Questo, ha denunciato il Comitato per la protezione dei giornalisti citando resoconti di media e di altre fonti.
I sei professionisti del settore dell’informazione sono quindi sotto inchiesta per un video, diventato poi virale sui social. Qui si vede chiaramente il Presidente del Sud Sudan farsi la pipì addosso, bagnando i pantaloni azzurro chiaro in modo incontrollato. Gli arresti corrispondono a un modello che, secondo la legge, ricorre alla detenzione ogni volta che i potenti ritengono che la copertura mediatica sia sfavorevole.
Dal canto suo, l’unione dei giornalisti del Sud Sudan ha chiesto che la vicenda si concluda nel modo più rapido anche e soprattutto per questioni lavorative dei professionisti. Al momento non si hanno altre informazioni, ma la vicenda si inserisce all’interno di una cornice molto specifica dove l’informazione non circola in modo del tutto libero e dove l’autorità ha un certo peso nell’attività di filtraggio di ciò che può essere detto o non detto. Il fatto stesso che il video sia ancora su Youtube e che sia perfettamente visionabile, però, indica che la situazione si sta risolvendo nella direzione della libertà dell’informazione.
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