Le multinazionali del tabacco pronte a ripulire il mondo: è un caso di green washing? Ecco che cosa c’è da sapere a riguardo.
A breve in Irlanda entrerà in vigore una nuova legislazione promossa in primo luogo dal ministro Ossian Smyth che cercherà di smuovere la coscienza delle multinazionali di tabacco, così che inizino a pagare almeno in parte il costo dello smaltimento dei rifiuti legati alle sigarette.
Si tratta di una decisione che vuole innanzitutto allinearsi alla direttiva dell’Unione Europea per cercare di ridurre l’impiego della plastica monouso in tutta Europa.
In Irlanda il ministro di Stato Ossian Smyth sta portando avanti un’importante campagna di sensibilizzazione per cercare di smuovere le coscienze delle multinazionali di tabacco, affinché comincino ad occuparsi dello smaltimento dei rifiuti connessi all’uso di sigarette, sostenendo parte dei costi. “Chiederemo alle compagnie di tabacco di iniziare a contribuire al costo dei rifiuti di mozziconi di sigarette che stiamo trovando dappertutto” ha dichiarato il ministro a RTÉ News.
“Per molto tempo abbiamo buttato via i mozziconi di sigaretta con un grosso costo per i comuni ed anche un sacco di lavoro di volontariato per raccogliere questi rifiuti e portarli via. Quello che non abbiamo fatto in realtà è non fare pagare le compagnie di tabacco per questo” ha spiegato meglio Smyth. Molte persone prima d’ora non si erano mai rese di fatto conto che i filtri di sigaretta contengono plastica e che quindi si tratterebbe di materiali non biodegradabili che inquinano l’ambiente. Inoltre, sempre stando alle parole del ministro irlandese, i costi per lo smaltimento dei mozziconi sarà addebitato alle multinazionali in base alla loro quota di mercato. Le aziende di tabacco, dal canto loro, si sono dimostrate piuttosto collaborative. Sta di fatto che dal 5 gennaio in Irlanda se si è un produttore di tabacco bisognerà aderire obbligatoriamente all’iniziativa.
Con il termine green washing di norma si intende una strategia di comunicazione o marketing messa in campo da aziende, istituzioni ed enti che presentano come ecosostenibili le proprie attività, cercando di nasconderne l’impatto negativo sull’ambiente. Letteralmente potremmo definire la pratica del green washing come un modo per lavarsi la coscienza facendo qualcosa di verde. Una sorta di ecologismo di facciata che vuole mascherare un business.
In quest’ottica, anche la campagna portata avanti dalle multinazionali di tabacco potrebbe essere considerata un caso di green washing. Tuttavia, non bisogna dimenticare che l’iniziativa non è partita in primis dalle industrie del tabacco, ma è stata promossa dal ministro irlandese Ossian Smyth, responsabile dell’economia circolare del Paese. Il quale da diverso tempo sta cercando di sensibilizzare la popolazione ed il mondo intero sui più importanti temi legati all’ambiente.
Articolo di Veronica Elia
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