La democrazia? Non è uguale per tutti | Questo grafico vi farà riflettere

Un grafico molto chiaro su come funzionano le democrazie in Europa, dal quale emerge quanto l’Italia sia indietro rispetto agli altri grandi paesi del continente.  

Il sistema democratico funziona e governa bene un paese se assecondato dalla stabilità politica. Per raggiungere questa condizione serve una maggioranza parlamentare solida, non litigiosa, che condivida il programma degli interventi proposti durante la campagna elettorale.

Democrazia: non è uguale per tutti
Democrazia: il diritto di voto (political24)

Un governo, solo partendo da queste premesse, potrà svolgere il proprio lavoro in tranquillità fino alla conclusione naturale del mandato. Purtroppo questa condizione di stabilità, che dovrebbe essere la prassi nei paesi che adottano il sistema democratico, in alcuni casi diventa una chimera.

Il grafico che elenca per ogni singolo paese dell’Unione Europea i nomi dei capi di governo che si sono succeduti negli ultimi quindici anni, dal 2006 al 2021, evidenzia quanto l’Italia sia lontana dalla stabilità politica, rispetto a molti altri paesi della Ue.

Democrazia in Europa: solida quella Tedesca, instabile quella italiana 

Guardando il grafico fa subito impressione il dato riguardante la Germania, che dal 2006 al 2021 ha avuto come capo di governo una sola persona, ovvero Angela Merkel, la quale ha rivestito il ruolo di Cancellerie per quattro mandati di seguito. Un risultato politico eccezionale, specie se messo in relazione a quanto accaduto in Italia nello tesso periodo di tempo.

Nei quindici anni presi in considerazione dal grafico, il Bel Paese ha avuto otto governi e sette Presidenti del Consiglio sebbene la durata naturale di una legislatura sia di 5 anni. Si parte dal secondo governo Prodi, di centro-sinistra, durato un 1 anno e 11 mesi, che cadde per dissidi tra le forze politiche che lo sostenevano, situazione che determinò la sfiducia in Senato e le conseguenti dimissioni di Prodi.

A seguire il secondo governo Berlusconi, di centro-destra, rimasto in carca per 3 anni e 10 mesi, travolto dalla crescita esponenziale dello spread e definitivamente abbattuto dal voto contrario incassato alla Camera sul Rendiconto generale dello Stato. Pochi giorni dopo nasce il governo tecnico guidato dall’economista Mario Monti, che rimarrà in carica 1 anno e 5 mesi, giusto il tempo per applicare le riforme necessarie per riallineare l’economia del paese ai parametri dettati della Ue e per traghettare l’Italia alle nuove elezioni che vedranno la nascita di un nuovo governo di centro-sinistra.

Governo capeggiato dal Partito Democratico, che in 5 anni vedrà tre presidenti del consiglio: il primo è Enrico Letta, che  viene defenestrato dal collega di partito Matteo Renzi, il quale dopo la batosta presa al referendum costituzionale da lui stesso promosso, rassegna le dimissioni lasciando il posto a Paolo Gentiloni. Infine arriviamo ai due governi Conte, il primo sostenuto dall’alleanza tra Lega e Movimento 5 Stelle, il secondo sostenuto dal Partito Democratico e dal Movimento 5 stelle.

A conti fatti in questi ultimi quindici anni l’Italia ha registrato un’altalena clamorosa di governi, mai giunti alla loro conclusione naturale, con 7 presidenti del consiglio. L’esatto opposto di quanto accaduto nei paesi europei più importanti: la Germania ha avuto la sola Angela Merkel, in Francia ci sono stati 4 capi di governo, 5 in Inghilterra e solo 3 in Spagna.

Escludendo l’Inghilterra, dove il mandato dell’esecutivo non ha una durata prestabilita, in Francia, Germania e Spagna i governi dal 2006 al 2021 sono arrivati sempre alla loro naturale conclusione. Tutto questo evidenzia quanto la politica italiana, da destra a sinistra, non sappia fare quadrato garantendo stabilità ai governi, che invece sono costretti a ballare e a cadere per divisioni e conflitti interni alle coalizioni e ai singoli partiti, rendendo così l’attività governativa frammentaria, confusa, emergenziale e quindi inefficace nell’affrontare le grandi sfide del presente del futuro.

Articolo di Michele Lamonaca

 

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