Il regime dei Talebani continua a rimangiarsi tutte le promesse fatte circa il rispetto dei diritti fondamentali delle donne: l’ultima notizie è agghiacciante.
Nell’agosto del 2021, con il ritiro delle truppe Nato, i Talebani sono tornati al potere e il regime islamico ha promesso di essere molto più flessibile in merito ai diritti delle donne, compreso quello allo studio. Ma gli accadimenti di questi ultimi tre giorni confermano che quella era solo una promessa di circostanza.
Martedì scorso con una lettera perentoria indirizzata a tutte le università, governative e private, il ministro dell’Istruzione superiore, Neda Mohammad Nadim, ha ordinato la sospensione dell’istruzione delle donne.
In un primo momento si pensava che tale ordine riguardasse solo l’istruzione universitaria, ma purtroppo ieri si è capito che il divieto è allargato anche all’istruzione di primo grado, quindi le bambine afghane non potranno più frequentare le scuole elementari.
Che tirasse una brutta arie per le afghane e per il loro diritto all’istruzione è stato subito chiaro a ottobre scorso, quando Neda Mohammad Nadim, ex governatore e comandante militare, è stato nominato responsabile dell’Università. Nella veste di Ministro ha subito espresso la sua opposizione all’istruzione femminile, dichiarandola contraria ai valori islamici e afghani.
La sospensione dell’istruzione decisa in questi giorni non deve quindi sorprendere. Ma come se non bastasse, anche le insegnanti sono state colpite dal provvedimento, infatti si apprende che nel corso di una riunione tenutasi a Kabul, tra i direttori delle scuole private, i chierici e i rappresentanti della comunità, i funzionari talebani hanno vietato alle donne del personale scolastico di lavorare negli istituti.
Già tre mesi fa, migliaia di ragazze avevano sostenuto gli esami di ammissione all’università nel rispetto di restrizioni durissime sulla scelta dei corsi di studio da frequentare. Alle donne erano state vietate le facoltà di veterinaria, economia, ingegneria e agricoltura, mentre il percorso per diventare giornalista era stato limitato in maniera severa. Per non parlare delle regole che erano state imposte a tutti gli atenei, costretti a dotarsi di ingressi e aule separate per uomini e donne.
Con il provvedimento di martedì, oltre al diritto all’istruzione sparisce anche una delle poche professioni rimaste ancora aperte per le donne afghane, ovvero quella di docente. Ma questo è solo l’ultimo dei provvedimenti che si sono abbattuti in tutti questi mesi sulle libertà e sui diritti delle afghane. Lo scorso 7 maggio il decreto del leader supremo dei talebani, Haibatullah Akhunzada, ha imposto alle donne, quando fuori di casa, di indossare il velo integrale, in modo da lasciare scoperti solo gli occhi.
Articolo di Michele Lamonaca
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