Flavio Insinna è quel tipo di conduttore in grado di creare subito entusiasmo per la sua simpatia innata e per la capacità di tenere desta l’attenzione ma senza risultare eccessivo o supponente. E allora perché ‘smette’ quei panni? Per andare a fare cosa? Ecco tutti i dettagli: e la data è ormai prossima.
Piace per la sua simpatia, per la sua empatia e per la capacità di tenere sempre desta l’attenzione del telespettatore. Flavio Insinna sa proporre i quesiti de l’Eredità con intelligenza e stile ma anche con il sorriso di chi sa di dover tenere incollato il pubblico allo schermo in una fascia, quella che precede la cena, estremamente produttiva.
Il presentatore sa come trascinare tutti, dal primo round de l’Eredità, quello in cui si conoscono un po’ i concorrenti, all’emozionante ghigliottina, fino alla ‘soglia’ del Tg1. E alzi la mano chi non ha provato almeno una volta ad indovinare la parola giusta o chi non ha desiderato essere in gara per cimentarsi nelle domande del gioco. Ma allora perché, se è tanto apprezzato, ‘smette’ di indossare quei panni? Il virgolettato è d’uopo: perché, in realtà, anche lui si è messo in gioco. Sì, in un progetto di grande valore.
Lo si è rivisto di recente nel ruolo, serio ma con sfumature umane e umoristiche, del capitano Anceschi nella celebre serie Don Matteo. Una incursione da ‘guest star’, in un certo senso, sufficiente per riportare la memoria ai primi episodi della fortunata serie con Terence Hill e Nino Frassica. Tra nostalgia ed emozioni, un ritorno in grande stile.
La sua esperienza con la recitazione nasce da lontano e affonda le radici nel Laboratorio dell’indimenticato maestro e genio del teatro Gigi Proietti, che tante menti brillanti ha contribuito a dare allo spettacolo. Qualche parte, i primi passi a partire da quella robusta formazione, poi, appunto, Don Matteo. Una serie che gli ha regalato un momento d’oro.
E ora Flavio Insinna si gode i frutti del suo impegno, tra l’Eredità, il ritorno, seppur solo per qualche puntata, nella divisa dell’ex capitano, ormai avanzato di grado. Quindi il Cantante Mascherato e un altro progetto, dalla valenza cultura e sociale, oltre che artistica. Ecco perché ha ‘smesso’ i panni del conduttore.
‘Smesso’ per modo di dire, appunto. Flavio Insinna semplicemente ha deciso di realizzare anche un altro progetto, da personaggio poliedrico qual è. E ormai manca poco. Lo si potrà vedere, infatti, nei panni di Antonio Maglio, il fondatore delle Paralimpiadi, nel film, in onda il 1° maggio su Rai Uno, ‘A muso duro’, per la regia di Marco Pontecorvo.
Ne emerge il ritratto umanissimo del medico che ha cambiato il concetto di disabilità dando valore all’idea che tutti abbiano diritto ad avere una vita. Un concetto assodato ma che è ancora oggi utile ribadire. In un’intervista a Repubblica l’attore 56enne ha ricordato come suo padre gli abbia insegnato “che non bisogna voltarsi mai dall’altra parte“. E, dunque, ‘smessi’, ma solo per un momento, gli abiti del presentatore si ritrova in quelli di un medico speciale, con una grande sensibilità. E sembra che gli vadano a pennello.
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