Il colesterolo è un grasso presente nel sangue che viene prodotto dall’organismo, ecco quale atteggiamento, apparentemente insignificante, lo innalza ancora di più.
Il colesterolo ha un ruolo di primo piano nel nostro organismo, ma quando si trova in quantità superiori alla norma, allora diventa pericoloso. Ma in quale modo potrebbe diventarlo?
Colesterolo, i suoi rischi e l’abitudine apparentemente innocente
Il colesterolo è uno dei maggiori fattori di rischio per le malattie cardiache. Quando ce n’è troppo, infatti, si creano dei depositi di grasso nei vasi sanguigni e questo può portare a ictus e infarto, poiché impedisce il passaggio del sangue. Esistono diversi elementi che contribuiscono alla sua formazione. Come essere in sovrappeso, obesità, fumo, sedentarietà, a cui si aggiungono poi malattie come il diabete. Purtroppo non ci sono sintomi che possono individuarlo, una persona deve necessariamente fare un esame del sangue.
Un ruolo molto importante lo gioca il tipo di alimentazione. Per esempio la nostra dieta mediterranea ha effetti positivi. Secondo gli esperti in questo campo bisognerebbe privilegiare verdure, cereali e legumi, per esempio i legumi circa dalle 2 alle 4 volte la settimana, 2-3 volte al giorno le verdure e 2 volte la frutta.
Capita però che, pur con tutte le attenzioni, ci siano delle abitudini da noi ritenute completamente innocue e che invece possono mettere a repentaglio la nostra salute per quanto riguarda questo grasso. Di che cosa si tratta?
Fare attenzione a tavola, occhio a…
Secondo uno studio in corso di pubblicazione sulla prestigiosa rivista: Journal of Translational Medicine, coordinato da Annamaria Colao, presidente della società italiana di Endocrinologia, tra chi consuma i pasti in meno di 20 minuti c’è un maggior rischio di colesterolo alto. La sperimentazione è stata effettuata considerando le abitudini riguardanti il consumo dei pasti, di 187 persone affette da obesità.
Rimanere, invece, seduti a tavola, cenando o pranzando per almeno 20 minuti favorisce il metabolismo e permette di tenere sotto controllo l’apporto calorico e dunque il peso. Questo è stato il risultato di una ricerca condotta da Giovanna Muscogiuri, ricercatrice specializzata in endocrinologia, insieme a Luigi Barrea, professore di Scienze e Tecniche dietetiche applicate, insieme a un gruppo di ricerca dell’università Federico II di Napoli.
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La coordinatrice Annamaria Colao ha anche sottolineato che questo elemento non è l’unico dannoso, perché per consumare velocemente si prediligono cibi molto processati che sono ultra calorici e poco sani. Mangiare in fretta poi causa un aumento del consumo di cibo, che non è salutare. Ritmi più lenti, invece, ci aiuterebbero a prevenire le malattie legate al metabolismo.