Reddito di cittadinanza cambia tutto: chi rischia di perderlo

Il Reddito di cittadinanza ha avuto origine nel 2019 come misura per contrastare la povertà. Non sempre però questo aiuto è finito nelle mani di chi ne aveva effettivamente bisogno. Anche per questo motivo adesso sono in arrivo delle nuove misure più restrittive e maggiori controlli. Ma chi rischia di perdere questo sussidio? 

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Reddito di cittadinanza – Political24

Nel disegno della recente Legge di Bilancio, che è stata approvata durante il Consiglio dei Ministri, sono state introdotte delle variazioni al Reddito di cittadinanza, una forma di assistenza che risulta essere molto onerosa per lo Stato. Ecco di cosa si tratta e quali cambiamenti comporterà a chi ne usufruisce o vorrebbe usufruirne in futuro.

Reddito di cittadinanza, com’è andata fino adesso e cosa c’è all’orizzonte

Nel 2021 3,8 milioni di persone hanno ottenuto il reddito di cittadinanza, complessivamente sono state 1,7 milioni le famiglie che hanno ottenuto questo aiuto. Chi ne beneficia arriva in media a intascare una media di 578 Euro al mese, per un anno e mezzo. In totale questo provvedimento è costato 9 miliardi l’anno, una cifra decisamente non indifferente.

Su questo sussidio, voluto con forte insistenza dal Movimento 5 stelle, arriva dunque una stretta per riuscire a estromettere tutti coloro che lo percepivano senza averne diritto, rafforzando i controlli. Prima infatti era necessaria un’autocertificazione inviata all’Inps, da gennaio 2022 però le cose cambiano. Ma in che modo esattamente?

In arrivo una pesante stretta

Dall’anno prossimo chi richiede il Reddito di cittadinanza vedrà una verifica immediata dei dati dell’Isee e delle Dsu, cosa che già avveniva e, in aggiunta, anche un controllo della composizione del nucleo famigliare e della residenza. Prima le verifiche erano effettuate a campione, a breve invece saranno più minuziose.

Muta anche la modalità della dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, questa dovrà essere sottoscritta subito e non entro 30 giorni come in precedenza. Infine a cambiare è anche l’aspetto di ‘offerta congrua’, questa diventa tale se la prima proposta è entro 80 km dalla residenza ed estesa a tutta Italia dalla seconda. A chi rifiuta verrà imposto un taglio di 5 Euro per ogni mese in cui non lavora fino a una soglia minima di 300 Euro.

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In ultimo c’è una variazione anche per quanto riguarda le persone che non sono occupabili. A breve i Comuni saranno obbligati a impiegare nei lavori socialmente utili almeno un terzo dei residenti che ottengono questo sostegno economico. Per ora questa è la situazione a cui i beneficiari dovranno adeguarsi.

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