Martin Castrogiovanni, il dramma della malattia: “mi diedero sei mesi di vita ma…”

Martin Castrogiovanni è un ex rugbista e anche un volto molto noto del piccolo schermo. Ha infatti presentato lo show su DMAX: Il più forte. In passato ha dovuto affrontare una brutta malattia. Ma che cosa è accaduto di preciso?

Martin Castrogiovanni – Political24

Attualmente Martin Castrogiovanni è uno dei conduttori della trasmissione di canale 5: Tu si que vales insieme a Belen Rodriguez e Alessio Sakara. Per lui si è trattato di una rinconferma perché è il terzo anno in cui è al timone dello show insieme ai colleghi. Oltre ad essere stato un grandissimo campione sportivo è anche uno stimato personaggio del mondo dello spettacolo che si è cimentato anche nella danza a Ballando con le stelle.

Ma quale malattia ha avuto? E oggi come sta?

Martin Castrogiovanni, dalle vittorie alla terribile scoperta

Il suo soprannome è Castro ed è famoso per essere stato il terzo giocatore a raggiungere le cento presenze nella nazionale italiana dopo Alessandro Troncon e Andrea Lo Cicero. In Italia ha fatto il suo esordio nel Calvisano. Qui vinse il titolo di campione d’Italia e la Coppa Italia.

Un uomo come Martin Castrogiovanni, un ex atleta di rugby apparentemente ancora giovane, forte e vigoroso è la persona che forse meno ci si immagina in un contesto di cattiva salute o malattia. Questi drammi però non guardano in faccia a nessuno e anche lui ha dovuto affrontare un momento di grande difficoltà di cui ha parlato a Verissimo. Ecco i dettagli.

Una sentenza di morte ma poi…

Ai microfoni di Silvia Toffanin lo sportivo ha ammesso che non gli piace parlare della malattia. Nel 2015, mentre si trovava in Inghilterra, ha iniziato ad aver mal di schiena, fatti i controlli gli hanno comunicato che aveva un tumore al plesso solare, un neurinoma. “Mi hanno dato sei mesi di vita” ha aggiunto. Lo shock è stato enorme per tutti, anche per i medici della Nazionale. Per lui si è trattato di un colpo durissimo, ma è riuscito a restare in piedi determinato a lottare fino alla fine.

Nel frattempo è tornato in Italia, si è rivolto alla clinica Humanitas a Milano e lì c’è stata la svolta. I medici gli hanno detto che quel tipo di tumore raramente era maligno, ma bisognava operarsi. L’intervento però era difficile e lui avrebbe potuto perdere l’uso delle gambe. Per fortuna le cose sono andate bene e un mese dopo era già tornato in campo in forma come prima.

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