Un ex allievo di Amici dell’edizione del 2003 di recente ha ottenuto la sentenza definitiva riguardo al processo per cui era indagato. La sentenza lo dichiara: colpevole. Ma di chi si tratta e che cosa ha fatto?
Un allievo che ha partecipato al talent show di Canale Cinque, Amici nell’edizione del 2003, di recente ha ottenuto la sentenza definitiva riguardo ad un processo in cui era stato accusato di stupro ai danni di una donna. La sentenza l’ha dichiarato colpevole. Ecco di chi si tratta.
L’ex allievo di Amici di cui parliamo è Catello Miotto, che ha preso parte al talent show di Canale Cinque nell’edizione del 2003. Originario di Torre Annunziata, già all’epoca del programma, si era dimostrato una persona ‘vivace’, tanto che aveva ricevuto un’espulsione temporanea dalla scuola per via di un provvedimento disciplinare. Espulsione che si era poi conclusa dopo alcune settimane, facendolo così riammettere a lezione. Nonostante il suo percorso altalenante, si era presentato ai casting per la categoria ballo ed era stato ammesso, riscuotendo un grande successo.
Tuttavia, dopo la sua esperienza ad Amici, non si è più sentito molto parlare di lui fino a quando nel 2010 non è uscita una notizia che lo riguardava. A febbraio del 2010 era stato arrestato dalla polizia di Fano per violenza sessuale ai danni di una donna, la moglie di un suo amico. Secondo la ricostruzione dei fatti, lo stupro era avvenuto in una località in provincia di Viterbo a Bagnaia.
L’ex allievo di Amici si era recato a casa dell’amico per parlare e sfogarsi, ma non l’aveva trovato in casa. Al suo posto c’era solo la moglie. Secondo l’accusa, l’ex marito della vittima lì aveva così sorpresi in camera da letto intenti a consumare un rapporto intimo. Rapporto che però secondo la versione della donna non era stato consenziente ma un vero e proprio abuso.
Dal canto suo, Catello Miotto si è sempre professato innocente, non colpevole di aver commesso uno stupro ai danni della donna. Anche in un’intervista rilasciata in televisione da Barbara D’Urso aveva dichiarato: “Non sono uno stupratore, non ho violentato nessuno“. Nel 2020 è arrivata tuttavia la sentenza definitiva che lo condanna a due anni e undici mesi di reclusione.
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