Giorgio Panariello, la tragedia che l’ha distrutto: l’agghiacciante confessione dopo anni

Giorgio Panariello è un comico, uno showman molto amato e seguito, nella sua carriera ha fatto divertire milioni di persone, ma quale pesante lutto l’ha colpito tempo fa? Ecco i dettagli.

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Giorgio Panariello – Political24

 

Giorgio Panariello è uno straordinario interprete capace di fare faville sia a teatro che in televisione. Di recente il cabarettista sta portando in tour Story, un lungo monologo dal sapore autobiografico a cui seguono aneddoti e canzoni. Ma di quale lutto si parla?

Giorgio Panariello, dall’imitazione di Renato Zero alla tragedia

Giorgio Panariello ha esordito con la trasmissione Radiosquillo dove faceva il dj e dove debutta anche il personaggio di Merigo. Successivamente, insieme ad altri cabarettisti della Versilia forma un gruppo chiamato I Lambrettomani. Si esibisce quindi per i locali di Viareggio facendo l’imitazione di Renato Zero, finché, finalmente, non ha la sua grande occasione in Rai nel 1991 quando partecipa a un programma per lanciare nuovi talenti.

Al cinema, invece, è apparso per la prima volta nel 1996 nel film Abergo Roma di Ugo Chiti, tra le sue pellicole più famose troviamo: Ti amo in tutte le lingue del mondo, dell’amico e collega Leonardo Pieraccioni e Notte prima degli esami di Fausto Brizzi. E’ un uomo di grandissimo successo, ma quale lutto porta sulle sue spalle?

“Franco avrei potuto essere io”

Giorgio Panariello è stato allevato dai nonni, non ha mai conosciuto il suo vero padre e anche la madre è stata poco presente nella sua vita. Aveva però un fratello, Franco, minore di lui, che ha trascorso l’infanzia in un istituto e che è morto tragicamente di freddo sul lungomare di Viareggio, nel 2011, a 50 anni. A lui, qualche anno, fa il presentatore ha dedicato un commovente libro: Io sono mio fratello, per riabilitare il suo nome e raccontare la sua storia.

Inizialmente infatti si era detto che Franco era morto di overdose per via del suo passato di tossicodipendente, dipendenza che aveva cercato di combattere entrando prima nella comunità di San Patrignano e poi in quella di Don Mazzi. “Franco avrei potuto essere io” ha dichiarato l’artista in un’intervista con Vanity Fair, spiegando che lui era stato semplicemente più fortunato perché, nato prima, e quindi era stato affidato ai nonni, mentre il fratello era finito in collegio.

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Il regista aveva aggiunto che a Franco in sostanza, “era mancato l’amore”. La drammatica sera della morte l’uomo, che finalmente pareva aver trovato un po’ di stabilità, stava trascorrendo una serata a casa di amici quando si era sentito male, le persone con cui si trovava però non lo aiutarono, ma lo scaricarono in un’aiuola a Viareggio, decretandone la vita.

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Giorgio Panariello – Political24- fonte foto: Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)
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