Sergio Sylvestre è stato un concorrente del talent show di Amici 15 nell’edizione del 2016. Ne è uscito vincitore aggiudicandosi non solo premi e riconoscimenti ma anche successo e approvazione da parte del pubblico a casa. Ma la musica non è solo la strada che ha scelto di percorrere da grande, in passato è stata anche un’arma di difesa con cui ripararsi da un orribile dramma.
Sergio Sylvestre, classe 1990, originario di Los Angeles, da mamma messicana e papà haitiano, vive in Italia dal 2015. Quando dopo un viaggio di piacere in Puglia, si innamora perdutamente delle zone e decide di rimanerci diventando il cantante di un celebre locale di Gallipoli.
Ma la sua vita cambia ancora nel giro di poco tempo, perché solo un anno dopo, nel 2016, fa i provini per entrare nella scuola di Amici e passa le selezioni. Qui ha inizio la sua vera scalata al successo che viene coronata con la vittoria del talent. E subito dopo si ritrova famoso, amatissimo dal pubblico e con il suo nome scritto e sentito ovunque. Ma tutta questa felicità purtroppo nasconde un dramma che si porta dietro da quando era bambino.
Amici, il dramma di Sergio da bambino
Anche se noi siamo abituati a vederlo come un “omone” grande grande, forte, carismatico e con una voce che farebbe rabbrividire chiunque, in realtà è ben altro. Dietro questa bella immagine, si nasconde un bambino che purtroppo ha dovuto soffrire tanto nella sua vita.
Durante un’intervista a Verissimo da Silvia Toffanin, Sergio ha raccontato del suo dramma e della perdita improvvisa del padre qualche tempo fa. E ha rivelato come la musica sia stata l’unica arma di difesa e la sua ancora di salvezza nei periodi bui. I racconti di una vita li ha raccolti poi nel libro intitolato “Big Boy. Se non fosse stato per la musica”.
Solo la musica ci può salvare
Il terribile dramma che il vincitore di Amici 15 ha dovuto subire e affrontare risale a quando ancora era un bambino. Come ha riportato lui stesso durante l’intervista: “purtroppo ero piccolo e quindi non capivo cosa fosse il bullismo, il razzismo e la cattiveria delle persone. In realtà, non la capisco ancora oggi“.
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Da quello che si può dedurre, Sergio è stato vittima di bullismo e di razzismo, anche se nella lunga chiacchierata con la Toffanin non è sceso nei dettagli. Ma vorrebbe che la sua storia fosse una voce e un incoraggiamento per tutti quelli che non riescono a tirare fuori il loro dolore e a parlarne con qualcuno.
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