Sigfrido Ranucci è un giornalista e un autore televisivo molto stimato e seguito dal pubblico. Ha ottenuto notorietà grazie alle sue accurate inchieste nel programma Report che va in onda su Rai Tre. Quali minacce ha ricevuto? E’ in pericolo?
Sigfrido Ranucci è un valido reporter titolare di tante solide e appassionanti inchieste che tengono incollati al divano milioni di telespettatori.
Ultimamente è stato al centro di una vicenda giudiziaria che lo obbligherebbe a consegnare al Tar del Lazio gli atti, comprese le fonti, di un servizio giornalistico andato in onda nell’ottobre del 2020 nella trasmissione Report. Questo caso ha suscitato molto clamore perché può costituire un brutto precedente per chi fa questo mestiere.
Il suo non è certo un lavoro privo di rischi, ma che cosa è successo ultimamente, chi l’ha minacciato?
Sigfrido Ranucci: coraggioso giornalista con un’oscura sentenza pendente
Sigfrido Ranucci, dopo la laurea, ha iniziato a lavorare a Paese Sera. Nel 1994 ha proseguito collaborando al programma di Claudio Ferretti: Anni Azzurri. Tra il 1999 e il 2001 per la Rai ha seguito alcuni importantissimi eventi come la guerra nei Balcani e gli attentati alle Torri gemelle di New York.
La svolta, nella sua già brillante carriera, si è avuta nel 2006, quando è diventato co autore di Report, al fianco di Milena Gabanelli dove realizza, con grande impegno e puntualità, molte interessanti inchieste per il pubblico. La validità del suo lavoro è stata riconosciuta in diverse occasioni poiché ha vinto anche numerosi premi per il giornalismo, inoltre dall’anno scorso è anche vice direttore di Rai Tre. Ma a che cosa si riferiscono le oscure insinuazioni?
Un testimone lancia un allarme
Qualche mese fa Sigfrido Ranucci ha rilasciato alcune inquietanti dichiarazioni circa la sua sicurezza durante il programma Storie italiane . C’è poi anche un filmato diffuso sul profilo Twitter di Report in cui si vede il pregiudicato Francesco Pennino svelare che il clan mafioso Madonia voleva uccidere il giornalista per il libro Il Patto, scritto insieme a Nicola Bruno.
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In questo volume, risalente al 2010, si parlava appunto di alcune famiglie mafiose come i Madonia e che lui, stando alla fonte, li aveva “inguaiati”. Fu però Messina Denaro ad arrestare gli eventi che avrebbero potuto portare a un tragico epilogo. Sempre a Storie italiane Ranucci ha detto che non si immaginava di scatenare una simile reazione con un libro, ma siccome la minaccia risaliva ad eventi passati al momento si sentiva tranquillo. A ogni modo lui è sotto scorta da oltre 10 anni.