WhatsApp è il noto sistema di messaggistica istantanea usato da moltissime persone per la sua praticità. Purtroppo circolano anche molte truffe, ecco a cosa fare attenzione.
WhatsApp è uno strumento particolarmente diffuso per comunicare velocemente attraverso gli smartphone.
In quest’era di comunicazioni digitali velocissime in cui si può parlare con chiunque e inviare file, link, immagini, video ecc… si sono aperte una marea di possibilità, non tutte, purtroppo, limpide. Ci sono, anche sul web, persone che tentano con ogni mezzo, di raggirare il prossimo, ecco che cosa si sono inventati questa volta.
Il pishing è una tecnica per rubare con l’inganno i dati o installare virus per monitorare le nostre abitudini. Il termine deriva dall’inglese fish: pescare, perché proprio come i pescatori i malviventi gettano delle esche nella speranza che qualche ingenuo abbocchi. Inizialmente venivano spedite le e-mail, ma con l’avanzare della tecnologia si è passati a WhatsApp.
I cybercriminali inviano lo spam, cioè un messaggio pubblicitario non richiesto recapitato ad un alto numero di persone. Per far cadere nella trappola gli utenti usano i loghi delle aziende e solitamente invitano a cliccare su un link per ricevere un regalo, oppure un buono sconto o, nel caso di una finta banca, consigliano di affrettarsi per evitare che venga chiuso il conto. Ma qual è il nuovo inganno?
Gli hacker, come accennato, sfruttano marchi noti come per esempio Esselunga, Amazon, Samsung, Lidl, ecc… Nel caso del colosso di Jeff Bezos il messaggio consisteva nell’annuncio di un concorso per i 30 anni della fondazione, ma l’azienda è stata fondata nel 1994 e questo già dovrebbe mettere in guardia.
Pigiando sul link si arriva a un sito che chiaramente non è Amazon dove si invitano gli utenti a cliccare su un’icona verde con scritto WhatsApp che proporrà di inoltrare il messaggio ai contatti, poi viene chiesto di scaricare una App. Si apre quindi una ruota della fortuna da girare per scoprire il premio, in verità ci si sta abbonando a un servizio a pagamento, alla fine compaiono schermate che chiedono indirizzo mail e dati della carta di credito.
Girano anche altre truffe molto simili, sempre da marchi che apparentemente sono insospettabili, ma che si rivelano molto pericolosi e che utilizzano il tranello del link. Per esempio quello della finta Lidl prometteva un buono spesa in occasione del 60° anniversario di nascita, che però non c’è ancora stato. E ancora arrivano messaggi da una supposta Esselunga per i suoi 70 anni, non ancora compiuti, che invita a partecipare a un’estrazione fortunata e che all’interno di cosiddetti pacchi regalo richiede di inserire dati personali.
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Il miglior consiglio è quello di non cliccare assolutamente sul link o comunque non immettere dati, non diffondere il messaggio come catena di Sant’Antonio e ignorarlo. Se invece siete caduti nel raggiro avvisate la Polizia postale, bloccate le carte di credito.
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