Gianluca Grignani, dal successo al baratro delle dipendenze: ecco come sta oggi

Il cantante Gianluca Grignani ha fatto sognare generazioni di adolescenti ribelli e innamorate. Poi il suo nome è finito in un vortice di stravaganze ed eccessi. Andiamo a scoprire cosa fa ora l’artista milanese.

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La tentazione di alzare il volume mentre si guida avendo in sottofondo “Il falco va” di Gianluca Grignani l’hanno provata in molti. Un inno alla libertà, quel testo che, insieme a “Destinazione paradiso” e “La mia storia tra le dita” ha consacrato alla notorietà assoluta Gianluca Grignani, rendendolo l’idolo delle adolescenti, a metà degli anni Novanta.

Canzoni, le sue, entrate nella leggenda. Ma quell’idolo, negli anni, ha dovuto lottare anche contro la droga. Sapete, ora, che fine ha fatto?

Gianluca Grignani, la caduta nel vortice delle dipendenze

Il cantante milanese ha conquistato il pubblico con alcuni brani poi divenuti delle vere e proprie hit, che parlavano d’amore, di sogni e anche un po’ di ribellione. Classe 1972, cresciuto nell’ambiente metropolitano milanese, Gianluca Grignani si è distinto da subito sia per il grande talento musicale sia anche per il carattere brusco e per i suoi atteggiamenti provocatori, come quando disse il suo chiaro no alle esibizioni in playback, compresa quella a Sanremo.

La carriera del cantante è stata segnata da eccessi e momenti di autentica inquietudine, cocaina compresa. Ecco come è riuscito ad uscirne.

Così il cantante si è salvato

In un’intervista a Vanity Fair del 2008 l’artista ammise pubblicamente di aver fatto uso di cocaina, “un errore tremendo“, confessò, spiegando, però, che non era un “consumatore abituale”. Tra l’altro, il suo nome era spuntato pure nell’ambito di un’inchiesta giudiziaria, Operazione Paradiso. Le turbolenze sono state una caratteristica del personaggio.

Sempre in quell’intervista dichiarò che a salvarlo fu proprio il fatto di essere finito sui giornali. Quel vortice di eventi ebbe l’effetto di “svegliarlo“, di dargli la scossa, insomma, quella scossa di cui aveva bisogno. Aggiungendo che l’essere passato attraverso l’arma della droga gli avrebbe dato modo di spiegare a Ginevra, uno dei suoi quattro figli, perché non drogarsi.

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Il cantante milanese è ora ritornato sulle scene e nel 2020 è uscita una sua trilogia “Tu che ne sai di me“, “Dimmi cos’hai“, “Non dirò il tuo nome“, che sembra aver avuto la stessa fonte di ispirazione de “La mia storia tra le dita“. E, in occasione dei 25 anni di quel brano, nel settembre 2020, nella suggestiva cornice dell’Arena di Verona deserta per l’emergenza sanitaria, ha persino ricevuto un riconoscimento, il Premio Power HitStory2020. Il passato a volte ritorna. E ha un effetto sorprendentemente positivo.

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