Franco Califano è un grande cantautore italiano che ha pubblicato 32 album e ha ancora milioni di fan a distanza di anni dalla sua morte. La sua vita non è stata segnata solo da successi, ma anche da vicende famigliari oscure, ma come si era ridotto? Ecco tutta la verità.
Franco Califano è un cantante che per tanti anni ha segnato la musica italiana.
Tanti sono i testi delle canzoni che gli italiani hanno cantato e intonano ancora con passione. Ha lavorato a fianco di grandi big della canzone come Mia Martini per la quale ha scritto Minuetto con Dario Baldan Bembo. La sua vita privata non è stata sempre limpida, c’è poi l’ultima parte trascorsa in ristrettezze. Che cosa è accaduto?
Ancora ragazzo cominciò a comporre poesie, ma vedendo che non gli fruttavano economicamente si dedicò alla scrittura di canzoni. Nel 1967 il brano La musica è finita preparata insieme a Nicola Salerno per Ornella Vanoni diventò una grande hit. Nel 1972 uscì il suo primo album ‘N bastardo venuto dar sud. In quello stesso anno venne arrestato per possesso di stupefacenti e poi assolto.
Nel 1977 con Tutto il resto è noia conquistò il definitivo successo, nel 1988 per esempio partecipò a Sanremo con il brano Io (per le strade di quartiere). Fino alla sua morte ha continuato con il suo lavoro e i concerti, l’ultimo è stato pochi giorni prima della dipartita avvenuta il 30 marzo del 2013. La sua vita è stata piena di eccessi e a tratti molto controversa. Ecco i dettagli sulla figlia e sull’ultima parte della sua esistenza.
Il Califfo si sposò con Rita Di Tommaso quando aveva 19 anni, non fu un’unione longeva, perché finì dopo poche settimane e l’artista lasciò la moglie quando la loro bambina, Silvia, aveva solo 5 mesi. In un’intervista a Vanity Fair in occasione della morte del famoso papà raccontò di aver visto per la prima volta il genitore quando aveva 11 anni.
L’artista doveva firmare alcune carte per il divorzio e con lei fu molto carino. Silvia conosceva il padre assente grazie alla madre che gli ricordava di lui, delle canzoni che uscivano, dei fotoromanzi. Quando aveva ormai 20 anni provò a ricontattarlo chiedendo di vedersi. A Dagospia ammise che si erano voluti bene, ma che lui non era tagliato per fare il papà.
Qualche anno prima della scomparsa, al Corriere, Franco aveva dichiarato di essere povero, perché 10 mila Euro ogni 6 mesi non gli bastavano e dunque aveva richiesto l’applicazione della legge Bacchelli che assegna un contributo vitalizio straordinario per i cittadini che si sono distinti nei campi di arte, cultura sport e spettacolo e che si trovano in una situazione di indigenza.
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Il paroliere era caduto e si era rotto tre vertebre, non potendo dunque esibirsi era in una situazione di difficoltà. La sua uscita però aveva causato polemiche perché 1500 Euro al mese non volevano dire povertà, come sottolineavano tanti. In aggiunta a questo poi c’erano tutti i vizi passati. Il califfo però era abituato a ben altro tenore e quindi si lamentava. Sulla sua lapide c’è questo epitaffio: “non escludo il ritorno”.
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